Alla scoperta della Costa dei Trabocchi d’Abruzzo: storia, natura e magia
Un viaggio unico lungo la costa abruzzese, tra tradizioni antiche, paesaggi mozzafiato e sapori autentici nella famosa Costa dei Trabocchi d’Abruzzo
Andiamo insieme alla scoperta della Costa dei Trabocchi d’Abruzzo!
In questo articolo parleremo di:
- In Abruzzo, lungo la Costa dei Trabocchi
- Le caratteristiche uniche dei trabocchi d’Abruzzo
- La seconda vita dei trabocchi: simboli di storia e resilienza
- Come visitare la costa dei trabocchi: itinerari e consigli pratici
- Perché la costa dei trabocchi è perfetta per i bambini
- Qual è la parte più bella della Costa dei Trabocchi?
In Abruzzo, lungo la Costa dei Trabocchi
Se c’è un’immagine che rappresenta l’essenza della costa teatina, sono i trabocchi: antiche costruzioni in legno che si protendono nel mare, testimoni silenziosi di una tradizione che si perde nel tempo. Questa costa, che si snoda lungo la provincia di Chieti, è un vero spettacolo per gli occhi, con le sue acque limpide e i suoi paesaggi che alternano spiagge sabbiose a scogliere mozzafiato.
Ma cos’è un trabocco?
È una macchina da pesca che sembra sospesa tra cielo e mare, collegata alla terraferma da una passerella scricchiolante. Originariamente progettati per resistere ai capricci del mare, oggi rappresentano il cuore pulsante di una storia fatta di ingegno, fatica e poesia.
Oltre alla limpidezza delle acque e agli scorci da cartolina, i trabocchi sono senza dubbio gli elementi che più caratterizzano la costa abruzzese, in modo particolare quella teatina, ossia quella appartenente alla Provincia di Chieti.
In breve si tratta di costruzioni in legno simili a palafitte, collegate alla costa da una passerella su cui in passato erano installate delle reti: vere e proprie macchine da pesca ancorate agli scogli, e capaci di resistere anche ai più violenti giorni di burrasca.
Il trabocco, detto anche “o travocco”, è un’antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi.
Un’idea fenicia: pescare senza uscire in mare
Le origini dei trabocchi si perdono nella leggenda. Alcuni studiosi li collegano ai Fenici, ma l’idea di pescare senza affrontare il mare aperto sembra più che altro una geniale intuizione locale. Non c’era bisogno di imbarcazioni, e le reti erano manovrate direttamente da terra: una soluzione ideale per pescatori che sfidavano quotidianamente i pericoli del mare.
Oggi ne restano circa trenta sparsi lungo la costa abruzzese, ma esempi simili si trovano anche in Molise e Puglia. Ogni trabocco ha una sua anima, una storia da raccontare, ed è impossibile non lasciarsi incantare dalla loro silenziosa eleganza.
Un viaggio nel tempo: la storia dei trabocchi d’Abruzzo
La prima testimonianza scritta sui trabocchi abruzzesi risale al XIII secolo, con Padre Stefano Tiraboschi che, nel suo “Vita Sanctissimi Petri Celestini”, descriveva il mare punteggiato di queste strutture.
Ma come sono nati? Le teorie sono tante:
- L’astuzia degli agricoltori: alcuni credono che i trabocchi siano stati inventati da contadini che, per necessità, si adattarono alla pesca eliminando il rischio del mare aperto.
- Famiglie francesi: altri li attribuiscono a coloni arrivati in Abruzzo dopo il terremoto del 1627 in Capitanata.
- Gli Ebrei e i Dalmati: un’altra teoria parla di insediamenti ebraici nel XVIII secolo o di manodopera dalmata giunta durante il grande disboscamento del Settecento.
Anche l’origine del nome è dibattuta: potrebbe derivare dal “trabocchetto” teso ai pesci, dalla somiglianza con il torchio delle olive o dal sistema di funi che aziona le reti.
Nel tempo, il trabocco si è trasformato: da macchina essenziale per la sopravvivenza dei pescatori a simbolo di una cultura costiera unica. Anche il grande poeta Gabriele D’Annunzio fu affascinato da queste costruzioni, tanto da descriverli nel suo romanzo “Il Trionfo della morte” definendoli una
“macchina che pareva vivere di vita propria”.

Le caratteristiche uniche dei trabocchi d’Abruzzo
Non tutti i trabocchi sono uguali. Si distinguono in base alla loro posizione: quelli di porto o di scoglio, e alla loro esposizione ai venti, di levante o di maestrale.
Costruiti con legni robusti come il pino di Aleppo o l’acacia, sono progettati per resistere al mare. La struttura si compone di:
- una passerella che collega il trabocco alla terraferma,
- un piano di pesca,
- un sistema di corde e carrucole,
- lunghe antenne che sorreggono le reti.
Con il passare del tempo, la costruzione si è alleggerita, ma la manutenzione resta fondamentale: ogni due o tre anni, le tavole vanno sostituite, i pali monitorati e le barre di acciaio protette dalla ruggine.
La rinascita e la tutela della costa dei trabocchi
Dopo un periodo di abbandono, i trabocchi sono stati riscoperti e valorizzati. Grazie a finanziamenti pubblici, come la legge regionale n.99 del 1997, molti sono stati restaurati e alcuni sono diventati ristoranti unici, dove si può gustare il pesce fresco accompagnato dai prodotti enogastronomici locali.
La creazione di un Parco della Costa dei Trabocchi punta a promuovere un turismo sostenibile che rispetti il territorio e valorizzi queste strutture. Un passo importante è stato la realizzazione della pista ciclabile, che segue il vecchio tracciato ferroviario, offrendo una vista mozzafiato su luoghi spesso inaccessibili.
I trabocchi sono custodi di una tradizione marinara da preservare: delicati giganti che raccontano storie di mare, di fatica e di emozioni.
La seconda vita dei trabocchi: simboli di storia e resilienza
I trabocchi non sono solo suggestive strutture sospese tra mare e cielo; rappresentano anche un patrimonio culturale e storico di valore inestimabile, tanto che nel 2023 sono stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questa nuova vita ha riportato l’attenzione su queste costruzioni uniche, che non sono solo un’attrazione turistica, ma anche una testimonianza della capacità dell’uomo di convivere in armonia con la natura.
I trabocchi oggi: tra turismo e tutela ambientale
Oggi molti trabocchi sono stati restaurati e trasformati in ristoranti o musei, contribuendo al rilancio economico e culturale della costa abruzzese. Questi spazi sono diventati luoghi dove i visitatori possono immergersi in un’esperienza autentica, scoprendo i sapori del mare e ascoltando storie di vita marinara raccontate dai traboccanti, spesso discendenti diretti dei pescatori che costruirono queste meraviglie.
Ma non si tratta solo di turismo. I trabocchi rappresentano anche un valore ambientale: costruiti con tecniche antiche e materiali naturali, come legno di quercia e corde di canapa, dimostrano come si possa vivere il mare in modo sostenibile e rispettoso.
La fragilità di un patrimonio unico
Nonostante il rinnovato interesse, i trabocchi restano estremamente fragili. I maestri restauratori dei trabocchi sono ormai pochissimi e custodiscono un sapere artigianale tramandato oralmente da generazioni. Quasi nessuno oggi sa esattamente come costruire o riparare queste strutture, rendendole ancora più preziose.
Questa scarsità di competenze mette a rischio la loro sopravvivenza: la manutenzione è un lavoro complesso e delicato, che richiede abilità tecniche uniche, come il sapere dove e come posizionare ogni asse di legno per resistere alle mareggiate. Per questo motivo, ogni trabocco restaurato è una vittoria che preserva non solo una struttura, ma un pezzo di storia e cultura locale.
Un simbolo di identità abruzzese
I trabocchi sono diventati un simbolo dell’identità abruzzese, portatori di valori come la semplicità, la resilienza e il legame con la natura. Proteggerli significa preservare la memoria collettiva di una comunità che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, affrontando il mare con ingegno e rispetto.
Visitare i trabocchi, quindi, non è solo un’esperienza visiva e gastronomica, ma un modo per sostenere la conservazione di un patrimonio che appartiene a tutti noi. Ogni passo sulla costa dei trabocchi diventa così un viaggio nel tempo, alla scoperta di un’eredità che merita di essere custodita per le generazioni future.

Come visitare la costa dei trabocchi: itinerari e consigli pratici
Visitare la costa dei trabocchi è un’esperienza che può essere vissuta in tanti modi. Se ami muoverti lentamente e goderti ogni angolo, il modo migliore è seguire la Via Verde, una pista ciclopedonale lunga circa 42 km che collega Ortona a Vasto. È perfetta per famiglie con bambini: puoi noleggiare biciclette e goderti il panorama con soste nei trabocchi lungo il percorso.
Quali sono i trabocchi più belli da visitare?
- Trabocco Turchino (San Vito Chietino): il più famoso, tanto amato da Gabriele D’Annunzio, che lo descrisse nei suoi scritti. Oggi, dopo un restauro, è un simbolo della costa teatina.
- Trabocco Punta Aderci (Vasto): situato all’interno della riserva naturale di Punta Aderci, è uno dei più suggestivi, con una vista che lascia senza parole.
- Trabocco Punta Tufano (Rocca San Giovanni): tra i meglio conservati e aperto ai visitatori, spesso ospita eventi gastronomici e culturali.
Dove mangiare sui trabocchi
Molti trabocchi sono diventati ristoranti dove puoi gustare una cucina di mare autentica. Tra i piatti più tipici ci sono le pallotte cacio e uova, il brodetto di pesce e gli immancabili spaghetti alle vongole. Un’esperienza culinaria che mescola il gusto del mare e la magia del luogo.
Quando visitare i trabocchi
La primavera e l’estate sono i periodi migliori per esplorare la costa dei trabocchi. Durante la bella stagione, molti ristoranti sono aperti e puoi goderti il mare cristallino e il clima mite.
L’autunno, invece, è perfetto per chi ama la tranquillità e vuole immergersi nei colori caldi della natura. I trabocchi, avvolti da un’atmosfera più intima, sembrano quasi raccontare storie d’altri tempi.
In inverno, alcuni trabocchi restano chiusi, ma l’esperienza di passeggiare lungo la Via Verde, con il mare mosso che si infrange sugli scogli, ha un fascino tutto suo.

Perché la costa dei trabocchi è perfetta per i bambini
Se viaggi con i più piccoli, la Costa dei Trabocchi offre tante attività che li entusiasmeranno. Camminare o pedalare sulla Via Verde è sicuro e divertente, con pause per giocare sulle spiagge o esplorare i trabocchi.
Non dimenticare di coinvolgere i tuoi bambini nella scoperta della storia dei trabocchi. Racconta loro di come i pescatori usavano queste incredibili strutture per catturare i pesci e lasciali immaginare storie di marinai e leggende di mare.
In più, se hai con te uno dei diari MiniLonely, come MiniLonely Abruzzo, potrai far scoprire ai tuoi piccoli tante curiosità sulla cultura locale, trasformando il viaggio in un’avventura educativa e divertente.
L’esperienza magica di salire su un trabocco d’Abruzzo con i bambini
Salire su un trabocco è come fare un tuffo nella storia. Ogni dettaglio racconta di una cultura che ha saputo vivere in simbiosi con il mare. Ti sembrerà di sentire il richiamo delle onde, di osservare il mare con occhi nuovi e di essere parte di un luogo intriso di magia e leggende.
La Costa dei Trabocchi è molto più di una destinazione: è un viaggio nell’anima dell’Abruzzo. Non perderti questa esperienza unica!
La pista ciclabile della Costa dei Trabocchi
L’Abruzzo è una terra di contrasti naturali, dove la maestosità delle montagne si incontra con la bellezza del mare. La sua costa racconta una storia di varietà e fascino, passando dalle spiagge sabbiose e dorate del nord alle rocce che si tuffano nell’Adriatico nel sud della regione.
La Costa dei Trabocchi è uno dei tratti più affascinanti della costa adriatica, un luogo dove il mare incontra tradizioni antiche e paesaggi mozzafiato. Qui, lungo il litorale compreso tra Ortona e Vasto, sta prendendo forma la pista ciclabile della Costa dei Trabocchi, una greenway unica nel suo genere, progettata per valorizzare il territorio e promuovere il turismo sostenibile. Il percorso segue il tracciato della vecchia ferrovia costiera, trasformandolo in un itinerario panoramico che permette di esplorare spiagge, calette e trabocchi da una prospettiva privilegiata, con un’esperienza immersiva nella natura e nella storia locale.

Qual è la parte più bella della Costa dei Trabocchi?
Ogni angolo della Costa dei Trabocchi ha il suo fascino unico, ma ci sono alcuni tratti che rubano il cuore. Tra questi spicca la zona tra San Vito Chietino e Fossacesia, dove i trabocchi sembrano quasi galleggiare sull’acqua cristallina e il mare riflette il verde delle colline. Qui, la ciclabile attraversa paesaggi selvaggi e incontaminati, alternati a calette nascoste e viste spettacolari sul mare Adriatico.
Un’altra tappa imperdibile è il Trabocco Turchino, celebrato anche da Gabriele D’Annunzio nelle sue opere, che emerge come un’icona della tradizione abruzzese e della bellezza della costa.
dapibus leo.
Dove inizia e dove finisce la Costa dei Trabocchi?
La Costa dei Trabocchi inizia ufficialmente a Ortona, un’affascinante cittadina costiera che funge da porta d’ingresso per questo tratto unico dell’Abruzzo. Il percorso prosegue verso sud, lungo circa 70 chilometri, toccando borghi e spiagge fino a terminare a Vasto, un altro gioiello della costa abruzzese.
Questo tratto di litorale è costellato di 36 trabocchi, ciascuno con una storia da raccontare, circondati da riserve naturali, spiagge dorate e promontori rocciosi.
Qual è il trabocco più bello dell’Abruzzo?
È difficile scegliere il trabocco più bello dell’Abruzzo, perché ognuno ha il suo fascino e la sua storia. Tuttavia, il Trabocco Punta Tufano, situato tra Fossacesia e Torino di Sangro, è spesso considerato uno dei più suggestivi per la sua posizione e la sua struttura ancora fedele alla tradizione.
Il già citato Trabocco Turchino è un altro capolavoro: immerso nella poesia dannunziana, si erge in un punto in cui il mare sembra più blu e la costa si fa più selvaggia. La sua bellezza intramontabile lo rende un’icona della Costa dei Trabocchi, nonché una meta immancabile per chi percorre la ciclabile o esplora il territorio in auto.
Sei pronto a esplorare questo angolo autentico e ricco di sorprese dell’Abruzzo?
La Costa dei Trabocchi ti aspetta! 😊
Digitally Yours
☀️ Sara ☀️


Ciao io sono Sara e vivo in viaggio con Matteo, Aldo e Giulia. Seguici nelle nostre avventure e scopri come i bambini sono i migliori compagni di viaggio