Curarsi naturalmente in viaggio
Quella volta che mi ha salvata un guaritore indiano
Ma partiamo dall’inizio…
Di cosa parliamo
ToggleSei pront* a scoprire come siamo riusciti a viaggiare per ben due anni con una bambina piccola e soli 3 zaini?
Sì, hai letto bene, 3 ZAINI! 😄
Quando siamo partiti per l’Asia, abbiamo deciso di abbracciare il fascino del viaggio minimalista. Non avevamo la minima idea di quanto tempo avremmo trascorso on the road; la nostra destinazione finale era l’Australia, ma non sapevamo quando e se ci saremmo mai arrivati.
Viaggi minimal con la famiglia
Viaggiare leggeri per noi era indispensabile anche perchè Giulia ancora camminava pochissimo e uno di noi (leggi IO) avrebbe dovuto portarla legata in fascia.❤️❤️❤️
Abbiamo comprato due zaini 🎒 (60 litri e 90 litri), che sono ancora nostri fedeli compagni di viaggio e li abbiamo riempiti fino all’orlo. Mi ricordo ancora quando me lo sono messo sulle spalle la prima volta pieno e mi sono ribaltata. 🤣
Diciamo pure che viaggiare con uno zaino non voleva dire essere minimal, ma ancora io non lo sapevo…
La prima tappa del nostro viaggio in Asia è stato lo Srilanka e dopo due giorni sono ovviamente inciampata sulle rotaie di un treno storcendomi la caviglia: di certo non l’inizio ideale!
Eravamo nella 💩 in quanto la prima tappa era la scalata di Sigiriya Rock con i suoi famosi 2500 scalini in pietra viva.
Quel giorno finì all’ospedale con un’infermeria che a malapena parlava inglese e mi sgridava perchè “ero troppo grassa per avere 29 anni e chissà quanto ci avrei messo a guarire”.
Umiliata e arrabbiata perchè continuare il viaggio sembrava impossibile visto che io non camminavo e Matteo non poteva portare gli zaini da solo con Giulia, decidemmo di cambiare itinerario.
Il titolare della guest house dove alloggiavamo ci chiamò un driver che ci avrebbe portato a Trinkomalee una località di mare, poco turistica e ancor meno servita, ma che era l’unica in quei giorni a non subire l’influsso dei monsoni. Se ti interessa scoprire come evitare la stagione delle piogge ti rimando al mio articolo: Quando non andare in SriLanka.
Apparentemente tutto sembrava andare storto visto da fuori. 😔
Decidemmo di invertire l’itinerario e lasciare Sigiriya rock per ultima in modo che la mia enorme caviglia si rimettesse in sesto.
L'incontro con il guaritore indiano
Il driver che arrivò a prenderci era un soggetto completamente fuori di testa 🤯 che quando vide che non riuscivo a camminare mi assicurò che entro l’arrivo a Trinkomalee (5/6 ore d’auto) avrei camminato come prima. 🚶♀️
Io pensavo di non aver capito perchè la lingua era un grosso ostacolo, ma non avevo tanta scelta… così ci fidammo di lui.
Dopo qualche ora di viaggio 🚙 in mezzo alla foresta Sarath, così si chiamava il nostro driver, ci annunciò che eravamo arrivati.
Ma dove???
Ci trovavamo nel mezzo del nulla, ☘️arrivò un ragazzo che avrà avuto non più di 25 anni, mi accompagnò in una capanna e iniziò a pregare e a massaggiarmi la caviglia con olii bollenti: penso di non aver mai sentito un dolore più grande di quello.
Mi faceva male qualsiasi parte del corpo in un modo inspiegabile. Iniziai a tremare come una foglia e a piangere, non riuscivo a smettere… Matteo mi disse che piansi per ore anche dopo essermene andata da quella capanna.
Non ricordo altro di quell’incontro… la mia mente ha cancellato tutto, anche il volto del ragazzo. Tutto quello che so è perchè Matteo me l’ha raccontato, anche se durante il rito si trovava fuori dalla capanna con Giulia.
So che Matteo, Giulia e Sarath hanno parlato a lungo con il guaritore mentre io dormivo… Matteo ha scoperto che quel ragazzo si manteneva con le offerte libere che gli abitanti del villaggio (non abbiamo ancora oggi idea di quale villaggio stesse parlando perchè non c’era nessuno nel raggio di km) gli lasciavano quando eseguiva i suoi rituali. ☀️
Faceva parte di una famiglia di guaritori, suo padre lo era, e così anche suo nonno e così via andando indietro per 300 anni. Era una pratica che si tramandava di padre in figlio e dalla quale non sarebbe potuto esimersi. 🌳 Una storia affascinante di cui io ricordo veramente pochissimo, non ho idea di che rituale abbia fatto, so per certo che ha usato solo erbe e olii prodotti in modo naturale da lui stesso.
Quando arrivammo a Trinkomalee, qualche ora dopo, io smisi di tremare e iniziai a camminare come se niente fosse successo. 🔥 Avevo ancora la caviglia fasciata nelle foglie di banano, che mi tolsi il giorno dopo, quando il dolore svanì completamente. 🌈
Questa storia non c’entra apparentemente nulla con il nostro viaggiare minimal, eppure dopo questo episodio iniziai a svuotare il mio zaino abbandonando qua e là vestiti, scarpe e tutto ciò che avevo in eccesso, perchè SI nonostante dovessimo vivere on the road per un periodo indeterminato avevamo portato troppe cose.
Viaggiare tra persone che vivevano veramente con qualche vestito e un paio di ciabatte mi ha aperto gli occhi su tutto il tempo che noi sprecavamo dietro all’abbigliamento e così iniziai a privarmene.
Da quel giorno non corsi più il rischio di inciampare o di ribaltarmi e inniziai a godermi veramente il viaggio!
Giulia cresceva velocemente 👶 e ad ogni tappa regalavamo i suoi vestiti ai bambini del posto insieme a quei pochi giocattoli che si portava dietro. 🧸
Era un modo per lei per imparare a condividere e anche una possibilità per avere stimoli/giochi diversi visto che gli oggetti che riusciva a portare nel suo zainetto erano veramente pochi.
Il patto 🫱 🫲 con lei era che poteva avere tutto quello che voleva, ma si doveva portare da sola il suo zaino e quindi doveva calibrare bene le sue scelte.
Ti svelo un ultimissimo segreto, ma non dirlo a Matteo: quando la vedevo indecisa su che gioco scegliere perchè il suo zainetto pesava troppo glielo nascondevo nel mio zaino! ☀️
Non so se è per questo piccolo patto tra di noi, ma Giulia ancora oggi è poco attaccata agli oggetti materiali, mentre si affeziona subito a qualsiasi bambin* incontri nella sua strada.
Oggi viaggiare/vivere minimal è diventata anche una tematica ambientale, ma io rimango fermamente convinta che per prima cosa sia una scelta che migliori la nostra vita e il nostro viaggio.
Ci pensi mai a quanto tempo “perdi” dietro allo shopping, 👗 alla pulizia della casa 🧼e al lavaggio di vestiti indossati mezza giornata👔?
A presto,
☀️ Sara ☀️